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“Calendari di Pietra” La Lucania ed il calendario astronomico.

In occasione dei festeggiamenti per Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, dedichiamo questo appuntamento di Itinerari Latomistici al sito ubicato nel territorio di Oliveto Lucano (Matera) sul Monte Croccia nel quale ci sono alcune tracce di un grosso complesso megalitico noto con il nome di Petre de la Mola.

La Basilicata ed il suo territorio offrono da sempre meravigliosi siti archeologici misteriosi. Nel territorio di Oliveto Lucano (Matera) sul Monte Croccia ci sono alcune tracce di un grosso complesso megalitico noto con il nome di Petre de la Mola

Si tratta di un gruppo di massi erratici naturali che appaiono però sagomati dall’uomo per uno scopo ben preciso, quello di indicare il mezzogiorno ed il tramonto nella data del Solstizio d’Inverno (21 dicembre), ricorrenza coincidente con il giorno più corto dell’anno, oltre il quale la Luce inizia a prevalere sull’oscurità, con il progressivo allungarsi delle giornate.

Il suggestivo evento fa sì che nel sito, a mezzogiorno, penetri una “lama di Sole”, la cui lunghezza ovviamente varia da un minimo al Solstizio d’Estate ad un massimo al Solstizio d’Inverno; un evento che per le antiche popolazioni simboleggiava la vittoria della Luce sulle tenebre e quindi un importante momento di rinascita e rivincita anche spirituale, legato inoltre alla remota e primaria simbologia del Sol Invictus.

L’esigenza di comprendere la ciclicità e riportarne traccia, per ragioni rituali ma anche per scopi pratici legati all’agricoltura, fece sì che in epoca protostorica sorgessero veri e propri calendari astronomici di pietra, modellati secondo precisi orientamenti astronomici, tali cioè da segnalare con metodo Solstizi ed Equinozi.

Il complesso megalitico ogni anno ha una grossa confluenza di visitatori che al Solstizio d’Inverno assistono alla comparsa del Sole in una concavità della pietra a mezzogiorno e nella fenditura fra le rocce al tramonto.

È situato ad oltre mille metri di altezza nei confini dello splendido Parco naturale di Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane (27.027 ettari ricchi di biodiversità fra i comuni di Accettura, Calciano ed Oliveto Lucano in provincia di Matera, e Castelmezzano e Pietrapertosa in provincia di Potenza). 

Questo parco include a sua volta la Riserva Naturale Antropologica del Monte Croccia, uno spazio protetto nato per tutelare la locale area archeologica: Petre de la Mola ricade infatti in un territorio di circa 60000 mq che risulta frequentato dal neolitico fino al IV secolo a.C. Il sito comprende anche un insediamento fortificato lucano (IV secolo a.C.), solo parzialmente scavato, cinto da mura in blocchi squadrati nei cui pressi sono state riportate alla luce alcune sepolture contenenti vasi, suppellettili in ceramica decorata, armi, ornamenti di guerrieri e monili femminili. I primi scavi di questo insediamento, effettuati da Michele Lacava, risalgono alla fine dell’Ottocento.

Lungo il tratto meglio conservato della cinta muraria, lungo oltre 2 km, si trova quella che parrebbe essere la porta principale allineata, attraverso il vicino megalite, con il punto dell’orizzonte ove sorge il Sole agli Equinozi, elemento che sembrerebbe indicare una presumibile persistenza di memoria, in quell’abitato, circa il valore astronomico-rituale del megalite. Memoria che risulta essersi protratta fino ai tempi moderni se è vero che, come ha raccontato nel 2013 un abitante di Oliveto Lucano, fino a non molti decenni fa, in prossimità della semina, i contadini si recavano nell’area del megalite a prelevare una pietra per propiziare il raccolto.

Un riconoscimento di sacralità avvalorato dall’affermazione dello storico Jacques Le Goff secondo il quale “il sacro è tenace: un luogo sacro, un giorno consacrato, conserva la propria aura attraverso i mutamenti di società, di cultura, di religione”.

A partire dal 2008, il complesso megalitico di Petre de la Mola è oggetto di studio da parte di un gruppo di ricerca interdisciplinare guidato dal prof. Emmanuele Curti e composto da archeologi, geofisici, geologi ed astronomi dell’Università degli Studi della Basilicata, della Faber Srl di Matera, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’Università La “Sapienza” di Roma.

Dopo anni il megalite sembra ormai avere fugato i dubbi di un suo casuale allineamento col solstizio, e ciò grazie non solo ai già evidenti segni di azione dell’uomo sulla pietra, ma anche ai recenti ritrovamenti (2013) di ulteriori significative tracce umane, effettuati proprio in occasione dell’evento astronomico di dicembre: il dott. Leonardo Lozito, vice direttore nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia e presidente del Gruppo Archeologico Lucano, ha infatti individuato sul suolo antistante il megalite un segno cruciforme inciso nella roccia, punto di osservazione perfettamente allineato con il fenomeno astronomico, mentre il dott. Alberto Scuderi, anch’egli vice direttore dei Gruppi Archeologici d’Italia, ha rinvenuto – in una delle coppelle artificiali presenti sulla superficie del megalite, un frammento di vaso ad impasto risalente all’Età del Bronzo. Con loro erano presenti anche Ferdinando Maurici del Dipartimento Beni Culturali della Regione Sicilia e la guida abilitata Giovanni Ricciardi.

I due rinvenimenti vanno così ad avvalorare l’importante carattere astronomico e cultuale del sito. Emblematica in tal senso la dichiarazione del prof. Vito Francesco Polcaro, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Roma che a suo tempo aveva descritto il fenomeno dell’allineamento con il Sole al Solstizio d’Inverno: “il frammento di ceramica è la conferma ulteriore che l’allineamento di Petre de la Mola non è casuale. Conoscevamo già due bacini artificiali scavati nella roccia per raccogliere l’acqua piovana, ma la nuova scoperta è la prova definitiva che questo fosse un luogo di culto. È l’elemento mancante che rafforza le prove statistiche secondo cui l’allineamento può accadere casualmente una volta su ventunomila. Ora abbiamo anche evidenti prove archeologiche della intersezionalità dell’allineamento con la presenza delle incisioni sulla roccia che da un lato segnalano il punto esatto di osservazione, dall’altro indicano la direzione del meridiano e la posizione per vedere il tramonto del sole al solstizio invernale”.

Il sito archeologico e il Complesso Megalitico del Monte Croccia sono raggiungibili tramite un sentiero alla base del monte.

Gran Maestro

Il Ser.·.mo Fr.·. Domenico Vittorio Ripa Montesano.·. è nato in un'antica Famiglia con ininterrotti Tramandi Iniziatici e Massonici, giunti alla quarta generazione. Iniziato all’Arte Reale in giovanissima età, ha ricoperto ruoli apicali nell’Istituzione rivestendo prestigiosi crescenti incarichi, che lo hanno portato oltre un decennio fa a giungere al Grande Magistero. Attivo in numerosi Cenacoli Iniziatici Nazionali ed Internazionali, con l’unanime supporto dei Fratelli, Governa dalla sua Fondazione la Gran Loggia Phoenix degli A.·.L.·.A.·.M.·. Scrittore, Saggista e relatore in numerosi convegni nazionali, è autore di molteplici pubblicazioni e studi esegetici sui Rituali della Massoneria degli A.·.L.·.A.·.M.·. . Cura la Collana "Quaderni di Loggia" per la Casa Editrice Gran Loggia Phoenix® da lui Diretta.

Facta non Verba

"FACTA NON VERBA" è la Divisa* della Gran Loggia Phoenix degli A.·.L.·.A.·.M.·. ed esprime sintetizzandolo un aspetto fondamentale della Nostra Filosofia di Vita, che diviene un abito mentale da riverberare positivamente anche una volta usciti fuori dalle Colonne.


* E’ il Motto tracciato su un cartiglio. Nel Nostro Stemma Araldico in lettere Azzurre su nastro d’Oro, incorniciato e sorretto da due rami di Acacia. Esprime in maniera allegorica pensieri o sentenze, definite anche imprese araldiche. Nella Tradizione dell’aspilogia sono costituite di corpo (figura) e anima (parole).