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Blog Itinerari Latomistici

Chiesa di Maria Maddalena – Cannaregio, Venezia

Cari Visitatori, vi suggeriamo oggi un piccolo scrigno a quanto pare denso di Simbologia Massonica.

Sicuramente le Leggende narrano, ma, oggettivamente, la presenza di Simboli ed Elementi caratteristici della Nostra Istituzione e delle sue Consuetudini, riconoscibili certo dagli “addetti ai lavori”, gettano un po’ di luce sull’alone di  mistero creato appunto dalla leggenda.

La  Massoneria nella città di Venezia, ha visto numerosi avvenimenti  intersecarsi  nel corso dei secoli; Fonti documentate attestano che la prima Loggia massonica Veneziana, fu  fondata da Pietro Grattariol (segretario del Senato), nel 1774. La Loggia aveva sede nel Palazzo di Corte Da Mosto, situato nella parrocchia di San Marcuola. Sin da tempi remoti, personaggi famosi appartenenti a ristretti cenacoli iniziatici o Logge Massoniche, quali Goldoni e Casanova, ornarono le Colonne delle Officine nella Serenissima.

Aristocratici, ricchi mercanti e raffinati artisti scelsero la via Liberomuratoria costruendo Logge importanti delle quali ancora oggi rimangono fastigi del passato ed effigi simboliche in palazzi storici come ulteriori recenti riscoperte hanno attestato.

La volontà di lasciare con fierezza tracce indelebili della propria appartenenza all’Istituzione, raggiunse l’apice con l’edificazione della Chiesa di Maria Maddalena, a Cannaregio.

Rappresenta l’edificio più significativo a livello simbolico in laguna, attestando il potere e la ricchezza di alcune prestigiose Famiglie che appartennero alla Massoneria veneziana, le quali riuscirono a far costruire il Tempio secondo i dettami sapienziali e stilemi tipici del Nostro sodalizio Universale.

Nel sito, come riportano le cronache, fu  eretto un edificio religioso già nel 1222 su di un terreno di proprietà della Patrizia Famiglia dei Baffo (o Balbo che secondo distinte notizie, sembra che appartenesse all’Ordine del Tempio). Dalla metà del XIV secolo per decisione del Senato veneziano la chiesa venne ingrandita, includendo anche una torre di guardia adibita a campanile che nel 1888 fu abbattuto poiché pericolante.

A partire dal 1763 la chiesa venne interamente ricostruita (come si tramanda da committenti appartenenti alla locale Libera Muratoria), ed assunse l’attuale forma a pianta circolare, piuttosto insolita per Venezia (l’unico altro esempio è quella di San Simeon Piccolo).

La Chiesa di Maria Maddalena, a Cannaregio presenta una copertura a cupola emisferica, di chiara ispirazione all’architettura dell’antica Roma ed in particolare al Pantheon, di cui riprende i gradoni all’esterno. Realizzata su disegno dell’Architetto Tommaso Temanza un Fratello Libero Muratore, che ne spostò l’orientamento indirizzandola geomanticamente, cosi che posizionasse anche verso il campo.

I lavori per l’edificazione Architettonica, terminarono nel 1790 sotto la direzione del Giannantonio.

Lo stile di progettazione dell’edificio perfettamente circolare in stile neoclassico spicca per le incisioni sull’architrave della porta che reca un simbolo prettamente Massonico recante l’occhio inscritto in un Cerchio ed in una Delta, e l’iscrizione ‘SAPIENTIA EDIFICAVIT SIBI DOMUM’, un riferimento al culto per la divina sapienza, fondamento portante nella cultura Latomistica, che tradotto in: “La saggezza si è edificata”, riporta la memoria di Noi Figli della Vedova, a ciò che è depositato all’Oriente prospicente al Trono del Venerbile.

 

Lo stesso Fratello Temanza è seppellito all’interno della chiesa e la sua pietra tombale è adornata da una riga e un compasso intrecciati, il Simbolo più conosciuto della Libera Muratoria.

Un altro aspetto che lascia riflettere è che questa chiesa, che rispecchia il Simbolismo Massonico, sia stata dedicata proprio a Maria Maddalena, personaggio enigmatico, così legato a miti e leggende che in molti conoscono anche ormai al di fuori dei Templi.

Una leggenda di tardo ‘700, sviluppatasi in ambienti esoterici della Serenissima, tramanda che la struttura fosse stata adibita dai committenti anche a Tempio Massonico.

A supportare questa tesi (in verità non ancora avvalorata scientificamente e pertanto la esponiamo solo come ipotesi), vi sarebbero vari elementi, come le due Colonne esterne ed il grosso timpano recante Emblemi Latomistici, il pavimento a scacchi nell’interno, l’Altare posto su quattro più tre gradini, la balaustra, in più la trabeazione della grande cupola emisferica con lanterna, è sorretta da dodici colonne ioniche binate, ma soprattutto una inconsueta porticina sul retro, molto bassa, che secondo quanto tramandato sarebbe servita per far inchinare il recipiendario al momento dell’accesso durante la Cerimonia di Iniziazione, a simboleggiare il cenno di reverenza verso la  “SAPIENTIA” celebrata ed iscritta nell’architrave.

Altro aspetto che potrebbe supportare questa chiave di lettura è dettata dall’originaria pianta del Tempio che era ad una sola navata. Pare a seguire, per mutati eventi storici e politici, la Chiesa di Maria Maddalena, a Cannaregio non fu più sotto l’egida di Maggiorenti Massoni e quindi dopo che il complesso terminò di avere un uso anche legato ad una Ritualità Massonica in seguito fu ulteriormente modificata al suo interno.

La chiesa conserva altresì importanti dipinti del XVIII secolo, tra cui l’Ultima cena di Giandomenico Tiepolo e l’Apparizione della Vergine a san Simone Stock di Giuseppe Angeli oltre ad altre tele settecentesche, opera della scuola di Giovanni Battista Piazzetta. Nel 2005, nel corso di restauri consistenti nella rimozione dello scialbo, (l’imbiancatura che è stata data nel XIX secolo, per tirare fuori l’originario marmorino settecentesco), è stato scoperto, nella lunetta sopra l’altare, un affresco allegorico a monocromo di Giandomenico Tiepolo rappresentante la Fede e che originariamente sovrastava il dipinto dell’Ultima Cena[1].

 

 

Campiello Maddalena, 2205, 30121 Venezia VE
https://goo.gl/maps/PSznEzLmHv82


[1]
  A.C. Quintavalle, Venezia, sotto l’intonaco la Fede del Tiepolo, in “Corriere della Sera”, 10 ottobre, 2005.

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Gran Maestro

Il Ser.·.mo Fr.·. Domenico Vittorio Ripa Montesano.·. è nato in un'antica Famiglia con ininterrotti Tramandi Iniziatici e Massonici, giunti alla quarta generazione. Iniziato all’Arte Reale in giovanissima età, ha ricoperto ruoli apicali nell’Istituzione rivestendo prestigiosi crescenti incarichi, che lo hanno portato oltre un decennio fa a giungere al Grande Magistero. Attivo in numerosi Cenacoli Iniziatici Nazionali ed Internazionali, con l’unanime supporto dei Fratelli, Governa dalla sua Fondazione la Gran Loggia Phoenix degli A.·.L.·.A.·.M.·. Scrittore, Saggista e relatore in numerosi convegni nazionali, è autore di molteplici pubblicazioni e studi esegetici sui Rituali della Massoneria degli A.·.L.·.A.·.M.·. . Cura la Collana "Quaderni di Loggia" per la Casa Editrice Gran Loggia Phoenix® da lui Diretta.

Facta non Verba

"FACTA NON VERBA" è la Divisa* della Gran Loggia Phoenix degli A.·.L.·.A.·.M.·. ed esprime sintetizzandolo un aspetto fondamentale della Nostra Filosofia di Vita, che diviene un abito mentale da riverberare positivamente anche una volta usciti fuori dalle Colonne.


* E’ il Motto tracciato su un cartiglio. Nel Nostro Stemma Araldico in lettere Azzurre su nastro d’Oro, incorniciato e sorretto da due rami di Acacia. Esprime in maniera allegorica pensieri o sentenze, definite anche imprese araldiche. Nella Tradizione dell’aspilogia sono costituite di corpo (figura) e anima (parole).